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Patti di famiglia: chiarimenti sulle attribuzioni compensative e la tassazione

  • Immagine del redattore: Marco Stra
    Marco Stra
  • 28 mar
  • Tempo di lettura: 2 min

L'Agenzia delle Entrate ha recentemente pubblicato la risoluzione n. 12 del 14 febbraio 2025, che fornisce chiarimenti fondamentali sulla tassazione delle cosiddette "attribuzioni compensative" nell'ambito del patto di famiglia. Si tratta delle somme che l'assegnatario di un'azienda o di partecipazioni societarie è tenuto a corrispondere agli altri legittimari non assegnatari.


Cosa prevede il patto di famiglia?

Il patto di famiglia, disciplinato dagli articoli 768-bis e seguenti del Codice Civile, è un contratto che consente il trasferimento dell’azienda o delle quote societarie dall’imprenditore ai suoi discendenti. Questo strumento permette di garantire la continuità aziendale, evitando le frammentazioni tipiche delle successioni ereditarie.

Per tutelare i diritti degli altri eredi legittimari, la legge prevede che l'assegnatario dell'azienda o delle partecipazioni debba compensare economicamente gli altri legittimari con una somma corrispondente alla loro quota di legittima, salvo rinuncia.


Tassazione delle attribuzioni compensative

La risoluzione n. 12/2025 conferma che le attribuzioni compensative effettuate dall’assegnatario ai legittimari non assegnatari rientrano nell’ambito dell’imposta sulle donazioni. Secondo l’orientamento più recente della Corte di Cassazione, queste attribuzioni sono considerate, ai fini fiscali, una liberalità indiretta effettuata dall’imprenditore originario (disponente) a favore degli altri eredi.

Di conseguenza, l'imposta sulle donazioni viene applicata sulla base del rapporto di parentela o di coniugio tra il disponente e i legittimari non assegnatari, non su quello tra l’assegnatario e i legittimari.


Esenzioni e obblighi

La risoluzione ribadisce che l'esenzione dall’imposta di donazione prevista dall’articolo 3, comma 4-ter, del D.Lgs. 346/1990 si applica solo al trasferimento dell’azienda o delle partecipazioni societarie dal disponente al discendente beneficiario. Non è invece estesa alle attribuzioni compensative, che restano soggette all’imposta di donazione, fatte salve le ordinarie franchigie.

Per beneficiare dell’esenzione, l’assegnatario deve rispettare l’obbligo di proseguire l'attività d’impresa o mantenere il controllo delle partecipazioni per almeno cinque anni dal trasferimento.


Implicazioni per le aziende familiari

Questo chiarimento dell’Agenzia delle Entrate assume grande rilievo per le imprese familiari che pianificano il passaggio generazionale attraverso il patto di famiglia. La corretta interpretazione della normativa fiscale consente di evitare contestazioni e di pianificare in modo più efficiente la successione aziendale, tenendo conto delle imposte dovute e delle eventuali esenzioni applicabili.

 
 
 

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